In un era così tecnologica cio’ che ora invade le nostre mail,
chat, forum, sono segni, simboli o come venivo definiti una volta geroglifici.
Proprio così, i simboli che oggi usiamo per comunicare
non sono altro che un evoluzione dei disegni che i nostri antenati usavano
per esprimesi e laciare un segno del loro passaggio, ecco quindi le emoticons.
La nascita dei primi smile, chiamati anche emoticons o faccine,
e’ molto discussa e non chiara.
La prima emoticons
sembra essere stata utilizzata il 12 aprile 1979 da Kevin MacKenzie
in lettera di posta elettronica inviata a tutti gli iscritti
a MsgGroup (una delle prime BBS via Internet)
in cui consigliava di inserire
qualche emozione nei freddissimi messaggi di testo.
Suggeriva per esempio di usare un trattino
subito seguito da una parentesi chiusa
per indicare una linguaccia ma l’idea
fu duramente criticata
e quindi esclusa dalla maggior parte degli utenti .
Secondo Mike Jonesun
della Carnegie Mellon School of Computer Science
(una ricerca eseguita nel febbraio del 2002),
la prima faccina fu usata nella data del 19 settembre 1982
in un testo inviato ad una BBS del Carnegie Mellon University da
Scott E. Fahlman
per marcare l’ironia di una sua frase:
questo perche’ capitava assai di frequente
che un commento ironico veniva considerato
polemico o cattivo generando cosi’ lunghissime discussioni.
Questa volta, pero’, l’idea trovo’ molti sostenitori.
Scott in seguito si pentì di non aver conservato il testo nel messaggio originale,
in quel momento non gli pareva così importante come idea,
ma fu poi reperito grazie alla scansione
di un backup in un nastro magnetico.
Pare, secondo altri ricercatori, che gli smyles
sono semplicemente una creazione stilizzata delle faccine realizzate
da Harvey R. Ball molto di voga durante gli anni ’70 e ’80.
Per quanto riguarda la storia prettamente italiana,
uno dei primi utilizzi delle emoticons risale ad un libro,
il testo di narrativa Adenoidi scritto da D. Luttazzi.
Ciao Pixia, molto interessante questa storia relativa a certi segni grafici.
RispondiEliminaPersonalmente non li uso, preferisco affidarmi alla parola scritta... ma è vero che spesso una battuta ironica o satirica (a me è capitato anche con qualcuna che era in tutta evidenza comica)può essere equivocata e scatenare discussioni che possono diventare anche spiacevoli.
In ogni caso, ripeto: è interessante ed utile saper fornire anche queste nuove forme di espressione un inquadramento in un certo senso storico.
Besos!
Davvero interessante questo post, grazie! Ho imparato un'altra cosa! :))
RispondiEliminaUn bacioneeeeeeeee
Molto interessante.Salutoni a presto
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